Gioco matematico 2

On 10 aprile 2012 · Commenti disabilitati su Gioco matematico 2

Nel laghetto il primo giorno c’è 1 ninfea, il secondo giorno 2, il terzo 4, il quarto 8, e così via.

Il decimo giorno il laghetto è pieno.

In quale giorno il laghetto è stato pieno a metà?

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Gioco matematico 1

On 10 aprile 2012 · Commenti disabilitati su Gioco matematico 1

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L’argomento della lezione

On 10 aprile 2012 · Commenti disabilitati su L’argomento della lezione

Siamo arrivati alla scuola dove dovevamo tenere la lezione. Non sapendo a che punto fossero gli studenti col programma abbiamo deciso di proporre dei giochi matematici, che abbiamo preso dal sito della Bocconi, dopo essere stati accolti in una stanza dove due insegnanti di inglese ci hanno portato del tè (sia freddo che caldo). Le due insegnanti, entrambe donne, parlavano un inglese molto migliore di quello dei maestri delle elementari e ci hanno detto che nella scuola ci sono 800 alunni e 44 aule. Dopo il tè abbiamo visitato la scuola ed abbiamo visto l’aula di informatica, dove ci ha colpito il fatto che non ci fossero le sedie perché (così ci ha spiegato la professoressa) venivano portate dagli studenti.

Abbiamo visitato anche i dormitori femminili: molti ragazzi, infatti, dormono nella scuola. La professoressa si è rivelata piuttosto insoddisfatta delle condizioni igieniche dei ragazzi in queste camere, poiché l’acqua è talmente poca che i ragazzi devono portarsela da casa. Ci ha inoltre spiegato che, fino all’anno scorso, non c’era nemmeno la stufa!

Uscendo, abbiamo visto il cortile, molto grande e pieno di attrezzature sportive («molto più bello di quello delle nostre scuole -.-» n.d.Sara)

Quando è arrivato il momento di andare dai ragazzi, ci siamo divisi: Paolo e una delle insegnanti sono andati in una classe per tenere una lezione di inglese, mentre noialtri siamo andati a insegnare matematica. Appena entrati in classe tutti i ragazzi (più o meno di tredici anni) si sono alzati in piedi e ci hanno applaudito! Impressionati, siamo entrati in classe.

Qui abbiamo notato che i banchi erano organizzati in nove grandi tavoli con sei ragazzi ognuno, poi abbiamo cominciato la lezione.

Eloisa e Sara

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La morra del signor Chai

On 9 aprile 2012 · Commenti disabilitati su La morra del signor Chai

I cinesi hanno un modo per contare dieci numeri (dallo zero al nove) con un sola mano. Per la morra cinese si usano solo i numeri da zero a cinque, ma l’abitudine a interpretare anche altri segni genera confusione. Con la sua sensibilità da fotografo il signor Chai si è prestato a farmi fotografare tutti i gesti

Rosa

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Morra cinese

On 9 aprile 2012 · 1 Comments

La morra cinese, come potevamo esimerci dal provarla? E poi, il fascino dei numeri in mandarino, che mi ricordavano gli allenamenti di kung fu di molti anni fa…
Un momento, cosa c’entrano i numeri con la morra cinese? Per me, morra ha sempre significato sasso, carta e forbice, con magari l’aggiunta di Lizard e Spock… Invece il signor Chai comincia a spiegare un gioco che non riusciamo a capire neanche con l’aiuto di Paolo. Sembra il classico giochino in cui si tirano dei numeri con la mano, e bisogna indovinare la somma.

Ma non è così: io lancio 2, lui 1, io dico 3 e il signor Chai mi guarda con disprezzo…
Dopo un po’, resosi conto che eravamo proprio duri, il signor Chai passa con sufficienza a spiegare un altro gioco, in cui la mano viene messa a pugno, a significare pietra, oppure a tazza, a significare tazza, oppure a palmo aperto, a significare acqua. La pietra rompe la tazza, la tazza raccoglie l’acqua, e l’acqua fa scivolare via la pietra… Mhhh, chissà perché, questo gioco lo impariamo subito.

Dopo un po’ di allenamento, il signor Chai passa a spiegarci una versione più difficile: la tazza viene sostituita da una V fatta con indice e medio, a significare forbice, e la simbologia del palmo aperto passa dal facile concetto di acqua al molto più difficile concetto di carta. Ma noi occidentali siamo molto ricettivi, e anche questa difficile variante viene presto padroneggiata…

Il signor Chai decide così di riprovare con la versione numerica, molto più complicata. Veniamo improvvisamente illuminati da qualcosa che avevamo letto: qui in cina la rappresentazione dei numeri con le mani è diversa dalla nostra. Per esempio, quello che io credevo essere un 1, era un 2, per via del pollice vicino. E il gioco era proprio quello di indovinare la somma!

Entusiasmato da questa scoperta, raccolgo la sfida del signor Chai. In pochi istanti divento padrone della numerazione cinese, e comincio ad applicare sottili tecniche psicologiche per vincere. “lancerà il 3, perché è un numero molto bello, quindi io lancerò 5 e vincerò con 8”, dicevo ad alta voce ai miei tifosi italiani. E funzionava. Dopo pochi altri istanti, la mia conoscenza del cinese era tale da permettermi di comprendere esclamazioni del tipo “meyou”, che più o meno significa “accipicchia, ancora pari, questo occidentale è la persona più intelligente che io abbia mai incontrato, devo stare molto attento se non voglio finire ciucco prima di lui” (potenza degli ideogrammi, tanti concetti in pochi suoni).
Ah, sì, dimenticavo: chi perdeva beveva un sorsino di grappa, in fondo era per quello che ci eravamo spostati lì, no?
Dopo un po’, zio Minimo cerca di emulare i miei successi, e prende il mio posto, l’incauto. Dopo una ventina di minuti impara i numeri, e comincia finalmente a giocare: inizia lanciando 1, e dicendo “ba”, che significa 8.
Il signor Chai esprime il suo sdegno con dei suoni nel solito dialetto poco comprensibile, e mi lancia un’occhiata come a dire “ti prego, torna”. Con la sua ben nota velocità, Minimo gioca ancora 30 minuti, il tempo necessario a fare una decina di lanci -tra un lancio e l’altro, il signor Chai si fumava una sigaretta e si faceva un piatto di noodle.

Al mio rientro in gioco, vengo sfidato dal signor Wang, e anche contro di lui mi faccio onore. Particolare curioso, ogni volta che lanciavo 2, lui controllava il mio pollice sotto al palmo, perché quel mio modo di fare 2 era simile al suo 3, in cui il pollice era attaccato al palmo.
A mezzanotte terminiamo il gioco, svuotando i bicchieri d’un fiato, sotto lo sguardo rabbioso di Sara, che in tutto questo tempo avrebbe voluto dormire (ehem, si, tutto questo racconto si è svolto a 20 centimetri da Sara che cercava di dormire).

Mau

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A cosa serve?

On 9 aprile 2012 · 11 Comments

Scoprite a cosa serve questo oggetto. Le cose non sono come sembrano. Il vincitore verrà invitato a una degustazione di tè cinese non fermentato.

Mau

A cosa serve?

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Trova l’intruso

On 9 aprile 2012 · 3 Comments

Trovate l’elemento fuori posto in questa foto. Il vincitore verrà invitato a una cena a base di spaghetti di patate e patate fritte cinesi.

Mau

Trova l'intruso

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Aquilone

On 8 aprile 2012 · Commenti disabilitati su Aquilone

Sopra il tempio c’è un belvedere dove Paolo si arrampica per provare a far volare il suo aquilone.

La cosa all’inizio non va così liscia: io e il signor Chai ci concentriamo sullo snodare il filo ingarbugliato,

mentre Paolo e Mau provano a far volare l’aquilone con il filo restante. A causa della difficoltà di manovra però l’aquilone si impiglia in un albero che cresce sulla scarpata, e solo con un’azione di gruppo (e l’intervento decisivo e acrobatico del signor Chai) riusciamo a liberarlo.

Ma alla fine ogni difficoltà è superata e l’aquilone si libra nel cielo!

Rosa

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