Commento: gli studenti del Gansu in azione

On 10 aprile 2012 · Commenti disabilitati su Commento: gli studenti del Gansu in azione

Nell’aula c’erano più di 50 ragazzi, suddivisi in 9 gruppi da 5 o 6 ciascuno: in ogni gruppo gli studenti erano seduti attorno a un blocco di banchi, in modo da guardarsi fra di loro, e non da guardare la cattedra; inoltre vicino a ogni blocco (tranne, ovviamente, quello centrale) c’era una lavagna, questo mi ha fatto supporre che durante le normali lezioni venissero svolte spesso spiegazioni a rotazione ad ogni singolo gruppo.

Interloquendo con la classe in inglese (quasi sempre con la successiva traduzione in cinese da parte dell’insegnante di inglese) abbiamo notato che gli studenti sono abituati a rispondere in coro, all’unisono, dando la risposta che suppongono più gradita all’insegnante; per esempio, quando è suonata la campana di fine delle lezioni pomeridiane avevamo già svolto 3 problemi, abbiamo chiesto se preferissero smettere o provare a risolverne qualcun’altro e la risposta unanime è stata di continuare, la stessa scena si è ripetuta dopo ciascuno dei 2 problemi successivi, a quel punto abbiamo capito che se continuavamo a chiedere loro potevamo andare avanti all’infinito perchè non ci avrebbero mai detto se erano stanchi o stufi, quindi abbiamo comunicato unilateralmente che avevamo finito e li abbiamo salutati. All’unisono ci hanno salutato, ringraziandoci.

In questa lezione si è notata innanzitutto l’assoluta disciplina a cui sono abituati gli studenti in Cina.
Tutti i 50 alunni tacevano immediatamente quando l’insegnate di inglese compieva un gesto convenzionale (le mani unite a forma di T), prendevano regolarmente appunti e lavoravano individualmente in assoluto silenzio. Sembravano non interrompere mai il lavoro e non davano mai segno di essere annoiati.

Quando abbiamo formulato i vari quesiti e invitato a tentare di rispondere non abbiamo mai visto una mano alzata nè alcuno ci ha mai fermato per mostrare i propri tentativi mentre passavamo fra i banchi, siamo sempre stati noi a fermarci, osservare e commentare. Molti avevano già completato uno o più tentativi di risoluzione ma non comunicavano di aver concluso, in generale andavano avanti svolgendo numerosi altri tentativi. Chi aveva trovato la soluzione esatta sembrava non essersene reso conto, anche dopo aver ricevuto i miei complimenti per aver risolto il problema continuava, appena mi allontanavo, a svolgere nuovi tentativi: non capivo se c’era un problema linguistico o se semplicemente erano abituati a non fermarsi mai. Quando abbiamo chiesto chi si offriva di venire alla lavagna a mostrare la propria soluzione la prima volta abbiamo dovuto individuare noi qualcuno che avevamo visto aver trovato una soluzione valida, per i problemi successivi si sono finalmente offerti dei volontari.

Zio Minimo

Under cina, gansu, giochi

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