La libreria

On 12 aprile 2012 · Commenti disabilitati su La libreria

Appena usciti dal brutto centro commerciale vediamo una grandissima libreria, dove ci infiliamo e trascorriamo più di un’ora. E’ bellissima e, come avevamo visto a Shanghai, la gente è immersa nella lettura senza acquistare i libri.

Trovo ben presto il libro che voglio regalare al signor Chai.

Maurizio scopre con orgoglio che al go (weiqi in cinese) è dedicata un’intera scaffalatura, mentre gli scacchi cinesi devono condividerne una con gli scacchi occidentali.

Mau ne approfitta per fare scorta di libri che in Italia costerebbero cinque volte tanto.

Le ragazze sono sparite entusiaste, io girovago un po’ e trovo cose interessanti, per esempio un libro di sociolinguistica dell’apprendimento della lingua inglese (?!)

Rosa

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Il centro commerciale

On 12 aprile 2012 · Commenti disabilitati su Il centro commerciale

Minimo ci saluta per andare a visitare la Città Proibita. Noi percorriamo a piedi il viale Chang’an e arriviamo alla via commerciale Wangfujing, dove speriamo di trovare una libreria e un negozio di scarpe dove comprare delle calzature cinesi da accoppiare ai nostri vestiti mandarini acquistati a Shanghai.

Il primo tentativo è un fallimento: il colossale centro commerciale consigliato dalla Lonely Planet non contiene neppure un singolo negozio cinese né una libreria. C’è solo una boutique intitolata a Shanghai dove vediamo dei vestiti simili ai nostri (ma meno belli!) e capiamo dall’assenza di cartellino del prezzo che costano almeno dieci volte quanto li abbiamo pagati noi.

Stanchi e preoccupati dalla vista di molte giovani cinesi che circolano elegantissime per il centro commerciale su tacchi alti 20 centimetri ci rifugiamo in un piccolo locale in stile francese dove io prendo un cappuccino (!) e dove ci attacca bottone una signora coreana seduta tutta sola al tavolo a fianco al nostro. Sposata a un cinese, vive a Pechino, è incinta al quinto mese e vuole andare a partorire a Los Angeles dove vivono i suoi genitori. Penso che si senta molto sola, per mettersi a chiacchierare così con degli sconosciuti. Prima di lasciarla le chiediamo consiglio su dove comprare le scarpe cinesi e ci dà il nome di un negozio che si trova sulla via Wangfujing.

Rosa

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Credo

On 12 aprile 2012 · Commenti disabilitati su Credo

Con un taxi arriviamo a piazza Tienanmen.

Non posso trattenere la delusione: l’ampissima piazza ospita in realtà diversi edifici (il mausoleo di Mao, per esempio), che interrompono il senso di vastità.

Poi mi si affollano alla mente tutte le cose che ho letto negli ultimi mesi, e i ricordi personali, tra tutti il giugno 1989, quando ero andata al mare a studiare per l’esame di maturità con Piero, Alessandra e Lorenzo e leggevo gli articoli di Rossana Rossanda.

Alla fine della piazza c’è l’ingresso alla città proibita, sormontato da una gigantografia di Mao. La guardo per un attimo, poi quasi senza volere penso: “Tutti devono credere in qualcosa. Io credo che andrò a cercare una libreria per comprare il libro di Mo Yan che voglio regalare al signor Chai.”

Rosa

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Il tempio del cielo

On 12 aprile 2012 · Commenti disabilitati su Il tempio del cielo

Il Tempio del Cielo ha l’affollamento della grande attrazione turistica. Sono dei bei padiglioni, riccamente decorati ma affascinanti soprattutto per il ritmo matematico degli spazi. Tuttavia la folla mi dà noia e sento un po’ di nostalgia del nostro bel tempietto di montagna, isolato da tutto.

E’ piacevole il fatto che i padiglioni sono sparpagliati in un grandissimo parco, in cui i pechinesi si godono la primavera giocando a carte e a scacchi, cantando l’opera e danzando. Vediamo anche un poetico vecchino tutto curvo che, oltre a vendere pannelli con poesia in calligrafia, traccia con il suo pennello bagnato splendidi caratteri nella polvere – e in pochi minuti il caldo fa sparire la sua delicata opera.

Rosa

La comunità di urbanizzazione

On 12 aprile 2012 · Commenti disabilitati su La comunità di urbanizzazione

L’appartamento si trova in un distretto periferico di Pechino. Paolo ci racconta che fino al 1995 quest’area era ancora agricola. Per urbanizzare la zona sono stati espropriati i campi (con profumate ricompense) e sono stati costruiti dei complessi di palazzi con ampi spazi comuni, chiamati “comunità” (xiaoqu).

Il complesso in cui si trova il nostro palazzo contiene una ventina di palazzi, e stamani uscendo incontriamo vecchi che fanno tai chi e che giocano a ping pong, e moltissimi bambini piccoli con mamme e papà. Paolo viene fermato in continuazione, tutti gli chiedono notizie della sua bimba.

Subito fuori dal complesso, nello stesso lato dello stradone su cui si affaccia, si trovano un supermercato, una banca, degli uffici immobiliari (novità degli ultimissimi anni, spiega Paolo) e un sacco di bancarelle con frutta fresca. Nel supermercato troviamo dei deliziosi ravioli e simili e improvvisiamo un brunch-picnic sulle panchine di fronte all’isolato.

Poi prendiamo un risciò che ci porta alla fermata del pullman, in una ventina di minuti arriviamo alla metropolitana e dopo poche fermate Paolo ci saluta: giornata libera a Pechino!

Rosa

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Galleria cibo: 11 aprile

On 11 aprile 2012 · Commenti disabilitati su Galleria cibo: 11 aprile
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Cucina del Gansu “professionale”

On 11 aprile 2012 · Commenti disabilitati su Cucina del Gansu “professionale”

Mentre attendiamo che lo scaldabagno elettrico si riempia Paolo ci porta a cena in uno dei ristorantini della zona: su sua proposta andiamo in un ristorante che fa cucina del Gansu, in modo da avere il confronto tra la cucina familiare che abbiamo gustato in questi splendidi giorni e la corrispondente cucina professionale!

Rosa

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Gli oggetti del desiderio

On 11 aprile 2012 · Commenti disabilitati su Gli oggetti del desiderio

Atterriamo a Pechino, e troviamo un collaboratore di Paolo ad attenderci con un furgoncino per trasportarci, con tutti i bagagli, nell’appartamento dove alloggeremo.

L’appartamento era in origine l’ufficio dell’associazione “How Are You”, poi è diventato anche l’abitazione di Paolo e della sua famiglia. Ora loro vivono temporaneamente sull’isola di Hainan, quindi l’appartamento è disabitato e noi siamo i primi soci a esservi ospitati. E’ a pochi chilometri dall’aeroporto, quindi logisticamente comodissimo per la nostra partenza di sabato mattina.

Inoltre è molto familiare e grazioso! Ma soprattutto contiene due manufatti che, dopo i quattro (pur splendidi!) giorni nel distretto rurale senza acqua corrente, sono per noi autentici oggetti del desiderio…

Rosa

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Perché

On 11 aprile 2012 · Commenti disabilitati su Perché


Mentre viaggiamo veloci sull’autostrada tra Dingxi e Lanzhou colgo la mia ultima occasione di parlare con il signor Chai. Con l’aiuto di Paolo gli chiedo per quale ragione secondo lui la fame che tormentava i villaggi fino agli anni settanta ora non c’è più. Risponde senza esitazione: “perché la Cina si è aperta al mondo”.

Rosa

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L’economia delle famiglie contadine

On 11 aprile 2012 · Commenti disabilitati su L’economia delle famiglie contadine

Le famiglie contadine del distretto, mi spiega Paolo, per il 40-50% di nutrono di prodotti propri, e il resto lo acquistano – per esempio il giorno in cui siamo arrivati da Longxi il signor Chai e il signor Wang si sono fermato in uno spaccio a fare la spesa di verdura, frutta, tofu e altro prodotti. Le coltivazioni più comuni da qualche anno sono la patata, il granturco e, soprattutto, il ginseng, il cui mercato ha avuto un’esplosione recentemente. Il governo supporta molto la coltivazione di ginseng: durante il pomeriggio che abbiamo trascorso a casa Chai c’è stata la visita inattesa di due giovani funzionari del consorzio agricolo del villaggio, cui è stato offerto il tè e che, a quanto Paolo ha capito, intendevano parlare di questo con il signor Chai, che però non sembrava gradire la visita.

Presso il consorzio di Majia, poi, abbiamo visto sgargianti pubblicità sull’uso dei fertilizzanti chimici.

Paolo è contrariato perché da qualche anno i funzionari hanno introdotto nel distretto una tecnica di coltivazione che richiede di ricoprire il terreno con striscie di plastica nera, teoricamente biodegradabili: i teli di plastica col tempo in realtà si rovinano e si strappano, vengono portati via dal vento e si ammassano sugli alberi, dove sembrano stormi di corvacci neri.

Rosa

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